L'ASSOCIAZIONE NAZIONALE CARABINIERI LA STORIA Dopo il conseguimento dell'unità nazionale, vengono abolite le limitazioni poste in passato dai governi dei vari Stati alle libertà e ai diritti di riunione e di associazione, si creano così le condizioni favorevoli alla formazione di associazioni fra categorie di cittadini della stessa professione o attività o aventi interessi comuni. In seguito, con la legge 15 aprile 1886, n° 318, viene conferito alle società di mutuo soccorso la personalità giuridica, definendole appunto come società, pur non essendo tali poiché mancava loro il requisito specifico dello scopo di lucro. Anche nell'ambito militare, associazioni, società e fratellanze hanno origine inizialmente per soddisfare ben precise esigenze assistenziali del personale che cessa dall'attività di servizio per necessità, per scelta e/o per il decorso del tempo, quando, all'atto della cessazione del servizio, transitando nella posizione di quiescenza, viene a trovarsi nella condizione di affrontare gravi disagi a causa della mancanza di un adeguato sistema assistenziale che ne assicuri il sostentamento e la sopravvivenza. Associazione di Mutuo Soccorso tra congedati e pensionati dai Carabinieri Reali Una volta che il Parlamento del fiorente Regno d'Italia abolisce il divieto di associazione tra militari in congedo, ci si rende conto che nulla vieta a questa categoria particolare di personale, di associarsi per altre finalità purché lecite. Da questa consapevolezza, deriva un diffuso proliferare di Società di Mutuo Soccorso, articolate per Armi e Corpi, protrattosi sino ai primi decenni del XIX secolo. Conseguentemente, alcuni carabinieri residenti a Milano, lasciato il servizio per raggiunti limiti di età, per riforma o altro, ravvisano l'esigenza di costituire un organismo associativo finalizzato a rinsaldare i vincoli di attaccamento all'Arma e a fornire un aiuto concreto a chi venga a trovarsi in difficoltà. Il 1° Marzo 1886, a Milano si riunisce un Comitato promotore, che, dopo una intensa attività organizzativa, si trasforma in Consiglio e costituisce l'«Associazione di Mutuo Soccorso tra congedati e pensionati dai Carabinieri Reali», primo sodalizio in forma societaria tra militari non più in servizio, secondo la cronologia riportata nella pubblicazione edita il 4 novembre 1937 a Milano per il XIX Annuale della Vittoria. Le Associazioni d'Arma esistenti a quella data erano state infatti costituite nelle seguenti date: - Associazione di mutuo soccorso fra gli Artiglieri in congedo - 1910 - Milano; - Unione Marinara - 11 febbraio 1911 - Milano (dal 15 luglio 1934: Associazione Nazionale Marinai d'Italia); - Associazione nazionale Granatieri di Sardegna - 1° dicembre 1911 - Milano; - Associazione Alpini - 8 luglio 1919 - Milano; - Unione Milanese Regia Guardia di Finanza in congedo (29 maggio 1919 - Milano) e quindi Federazione Nazionale - 29 giugno 1925, trasformatasi poi in Associazione Nazionale Finanzieri in congedo - 7 gennaio 1927 - Roma; - Associazione del Fante - 7 luglio 1920; - Associazione Nazionale dei Bersaglieri - 4 novembre 1921 - Roma; - Associazione Lombarda del Genio - 1928 - in seguito Associazione Nazionale Arma del Genio - aprile 1930 - Milano. Lo Statuto dell'Associazione milanese - che si rifà alle esperienze maturate in materia di mutuo soccorso nella società civile, adeguandone i principi al costume e alle regole specifiche della vita militare - nell'art. 3 prevede tra l'altro di: - sussidiare i soci ammalati; - procurare lavoro o impiego ai soci disoccupati; - onorare i soci che decedono; - prendere parte a tutte le cerimonie o feste che esaltano la fede e la grandezza della Patria e delle Istituzioni dello Stato; - tenere il massimo contatto e la massima cordialità con le altre Associazioni; - mantenersi estranei a qualsiasi partito politico. Nel successivo art. 22 lo Statuto prescrive agli associati di «mantenere saldo lo spirito di Corpo e la fratellanza con i militari dell'Arma tuttora in servizio». Nei vari statuti succedutisi nel corso degli anni ritroviamo costantemente gli stessi principi, con straordinaria continuità nel tempo, sia pure con difformità di espressioni e marginali differenze. L'iniziativa milanese suscita grande interesse grazie ad una efficace attività organizzativa, che si estende nelle città e nei paesi vicini, con un proficuo proselitismo tra i Carabinieri in congedo, spesso abituati a vivere in piccoli drappelli o isolati. Negli anni successivi si costituirono le sezioni di Monza, Gallarate, Como, Varese e Legnano; nel 1905 vi fu l’inaugurazione delle sezioni di Cremona, Pistoia, Vicenza, Reggio Emilia, Roma e successivamente in tutta Italia. Alla fine del primo conflitto mondiale, apparivano sempre più evidenti gli inconvenienti prodotti dalla suddivisione di tante piccole associazioni in tutto il territorio italiano. La consapevolezza di tutto ciò, fece sì, che alcuni esponenti di associazione, colti da spirito unificativo, organizzassero il 21 – 22 novembre 1925 presso il teatro Argentina di Roma il primo convegno di tutte le associazioni dell’Arma dei Carabinieri allo scopo di unificare ben 211 sodalizi. Negli anni successivi, il numero delle sezioni e degli iscritti aumentarono notevolmente e, dopo ulteriori accorpamenti e modificazioni della struttura associativa e statutaria, il 1935 vide la costituzione della “Associazione Nazionale Carabinieri in Congedo” con sede in Roma. Con al potere il Partito Fascista, il 21 aprile 1938, tutte le associazioni d’Arma vengono abolite e trasformate in veri e propri reparti militari con la denominazione: “Legione Carabinieri Reali d’Italia”. Solo durante la seconda guerra mondiale e la conseguente caduta fascista nel 1944 venne ripristinato il sodalizio. La partecipazione al 2° conflitto mondiale di tanti Carabinieri richiamati, rinsaldò i già stretti legami tra l’Arma in servizio e quella in congedo. Questo pose le premesse per la trasformazione del sodalizio in una Associazione che rappresentasse le due componenti. Si giunse così al 1956 quando, con decreto del Presidente della Repubblica – 1286 del 25 luglio 1956 – viene approvato il nuovo e tuttora vigente Statuto Organico della “Associazione Nazionale Carabinieri”. Ai tradizionali scopi associativi, si sono aggiunti: . l’impegno sociale nelle varie forme di volontariato; . le iniziative nel campo culturale, ricreativo e sportivo (convegni, raduni, tornei, ecc.); . i corsi di formazione e qualificazione al fine di facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro. In estrema sintesi, gli scopi fondamentali dell’Associazione, che è apolitica, sono: . promuovere e cementare i vincoli di cameratismo e di solidarietà fra i militari in congedo e quelli in servizio dell’Arma e fra essi e gli appartenenti alle Forze Armate ed alle rispettive associazioni. . tenere vivo fra i soci il sentimento di devozione alla Patria, lo spirito di corpo, il culto delle gloriose tradizioni dell’Arma e la memoria dei suoi eroici caduti; . realizzare, nei limiti delle possibilità, l’assistenza morale, culturale, ricreativa ed economica a favore degli iscritti e delle loro famiglie. In data 31 dicembre 1996, fu abolita la “Cassa di Previdenza fra gli Ufficiali dei Carabinieri” istituita nel 1921 e successivamente estesa, con circolare n.1332/6 del 15 novembre 1923 del Comando Generale, ai sottufficiali e appuntati. La stessa venne sostituita con una polizza assicurativa per morte ed invalidità permanente derivante da attività extraprofessionale; assicurazione contro gli infortuni per i soci che ricoprono incarichi istituzionali; creazione di un Fondo Assistenza per interventi di sostegno alla generalità dei soci; istituzione di un Fondo Assistenza Anziani, per garantire un sussidio mensile ai soci in età avanzata ricoverati in case di riposo. Le Benemerite L’ 11 dicembre 1995 nasce ufficialmente il “Gruppo delle Benemerite”, lo stesso è composto da madri, mogli, figlie e congiunte di Carabinieri in servizio e in congedo. Solo il 13 marzo 2004 il Consiglio Nazionale, delibera che: “per il perseguimento di fini assistenziali e culturali, i Presidenti di sezione, sentito il parere del Consiglio Nazionale, possono autorizzare la costituzione di un gruppo composto da socie effettive e simpatizzanti, delegandone il coordinamento a chi tra le componenti riunisca i necessari requisiti di autorevolezza, spirito d’iniziativa e di servizio”. La Sezione di Tirano Alla fine dell’ultimo conflitto mondiale, molti Carabinieri si congedarono e, date le ristrettezze economiche dovute al dopo guerra, la possibilità di guadagnarsi da vivere era abbastanza limitata. Molti di questi, trovarono lavoro come guardie giurate presso il Villaggio Sanatoriale di Sondalo che, nel 1949 completò l’arredamento dei padiglioni per ospitare fino a 2500 degenti. Vista la moltitudine di guardie provenienti dai CC RR, si pensò di costituire una Sezione all’interno del Sanatorio, il sodalizio si sviluppò qualche anno dopo la fine della guerra. Nel maggio 1950, il Vice Brigadiere DELLA BOSCA Gerolamo, nato a Vervio il 31.01.1909, all’epoca abitante a Tirano, si iscrisse a quella sezione e ne fu Presidente con una ventina di iscritti. Di seguito sono segnati i Presidenti che si sono succeduti alla guida dell’associazione: M.M. Luigi TAGLIETTI dal 29.06.1958 al 11.11.1961 M.C.Vittorio BESTA dal 12.11.1961 al 14.07.1965 C re Giuseppe FERRARI (Comm.Str.) dal 15.07.1965 al 23.04.1966 C re Giuseppe FERRARI dal 24.04.1966 al 28.04.1987 M.M. Francesco MASIA dal 29.04.1987 al 25.04.1994 App. Pierino VALLI dal 26.04.1994 al 08.07.1996 Cre Lorenzo DELLA FRATTINA dal 30.11.1996 al 17.12.2004 App. sc.UPG Vanni FARINELLI dal 18.12.2004. La sede dell’ associazione era stata istituita in un locale dell’ albergo Petrogalli – che all’epoca si trovava sul Viale Italia di fronte all’odierno Centro Commerciale - non era molto ampio ma sufficiente per poter svolgere le attività sociali, il recapito postale invece, era presso la locale Stazione Carabinieri. Il 1958, fu l’anno in cui la Sezione di Sondalo venne trasformata in Sottosezione a causa del ridotto numero di iscritti,in data 13 agosto Tirano assorbì il residuo cassa di lire 8.900 della medesima. Nello stesso anno, si iscrissero 29 soci. A quel tempo la quota di iscrizione era di lire 100, mentre la rivista mensile “Fiamme d’Argento” era a parte e, il costo dell’abbonamento era di lire 216 annui, erano a parte anche i contributi volontari di lire 20 per la “Cassa di Previdenza”. I militari in quiescenza abitanti in Tresenda e Grosotto si associarono alla Sezione di Tirano. A fine ’58 il numero degli iscritti risultava essere 82. Nel 1959 il sodalizio aumentò ulteriormente di numero, aumentò altresì la quota di iscrizione a lire 300. |