La vendetta dell'asino

Un cavallo, incontrato un asinello, si vergogna di avere un tal cugino. Lui, cosi forte ed alto e fiero e snello, e l’ altro: brutto, debole e meschino.

Dice il cavallo: povero pezzente dal brutto pelo bigio ed arruffato: il mio mantello è morbido e lucente, agile il corpo, e ben proporzionato.

Ho una bella criniera, e tu sei senza; coscie forti: tu gambe come stecchi. E non parliamo dell' intelligenza e degli altri vantaggi, e son parecchi.

Il mio nitrito è un canto di vittoria; il tuo raglio un' atroce stonatura. Le mie gesta passarono alla storia. Me favorì, te dileggiò Natura.

E il cavallo conclude, sono i fatti che parlano: il confronto è senza pari. Forse I’ unico punto in cui mi batti son le lunghe escrescenze auricolari.

E il ciuco a lui: le tue divagazioni non mi posson toccar; non me la piglio. Mi vendico con nobili funzioni: si è già visto un cavallo in Gran Consiglio?

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